Chiesa dello Spirito Santo

Sull'area dove si trovano oggi la chiesa del Corpus Domini e dello Spirito Santo esisteva nel Cinquecento una chiesetta a pianta rettangolare e ad abside trilobata dedicata a S. Silvestro. Accanto si trovava un'edicola dedicata al Santissimo Sacramento su disegno del Sanmicheli del 1528, con moltissime pitture rievocanti il miracolo della lievitazione dell'ostia (una lapide attualmente lo ricorda all'interno della chiesa del Corpus Domini). La chiesa è sede dell'Arciconfraternita dello Spirito Santo. Nella prima decade del Seicento ci fu un ampliamento dell'oratorio su progetto di Ascanio Vitozzi, ma nel 1653 venne semidistrutto da un incendio. Sulle sue vestigia venne eretta nel 1662 la chiesa dello Spirito Santo, su progetto dell'architetto Bernardino Quadri, come edificio separato dalla basilica del Corpus Domini. Fu in questa chiesa che il 21 aprile 1728 avvenne la conversione al cattolicesimo da parte di Jean-Jacques Rousseau.

Palazzo Reale

Il Palazzo Reale di Torino è la prima e più importante tra le residenze sabaude in Piemonte, teatro della politica del regno sabaudo per almeno tre secoli. È collocato nel cuore della città, nella Piazzetta Reale adiacente alla centralissima Piazza Castello, da cui si dipartono le principali arterie del centro storico: via Po, via Roma, via Garibaldi e via Pietro Micca. Rappresenta il cuore della corte sabauda, simbolo del potere della dinastia e, congiuntamente alle altre dimore reali della cintura torinese, come la reggia di Venaria Reale, la Palazzina di caccia di Stupinigi o il castello del Valentino, è parte integrante dei beni dichiarati dall'UNESCO quali Patrimonio dell'Umanità. Nel 2016 confluisce nei Musei Reali insieme alla Galleria Sabauda, Armeria Reale, Biblioteca Reale, Palazzo Chiablese e Museo di antichità.

Villa della Regina

Il complesso collinare di vigna e giardini fu realizzato ad inizio Seicento per il principe cardinale Maurizio di Savoia sul modello delle ville romane. A fine Seicento divenne la dimora preferita di Anna d’Orleans, moglie di Vittorio Amedeo II, da cui il nome di Villa della Regina. Con la guida di Filippo Juvarra, e poi di Giovanni Pietro Baroni di Tavigliano, si ridefiniscono spazi e rapporti con il giardino, l’arredo e le decorazioni seicentesche con il coinvolgimento dei grandi artisti all’opera nei cantieri regi della capitale del regno. L’unitarietà, mantenuta fin dal progetto iniziale, di vigna, poi villa con i padiglioni aulici, le grotte, i giochi d’acqua nei giardini e nel parco e le zone di servizio ed agricole, fu conservata anche con la perdita di funzione e il passaggio nel 1868 all’Istituto per le Figlie dei Militari (ente soppresso nel 1975). La mancata manutenzione del delicato equilibrio fra costruito e giardini, seguita da graduale abbandono, parziali smembramenti, danni di guerra ed interventi impropri, hanno nel Novecento compromesso lo straordinario complesso con un degrado prossimo al collasso. Dal momento della consegna all’allora Soprintendenza per i Beni Artistici e Storici del Piemonte nel 1994 i restauri realizzati con fondi statali, di enti e privati, hanno ristabilito la situazione conservativa e la stretta connessione del Compendio di Villa della Regina con la Città, di cui, dall’inizio del Seicento, costituisce il fondale scenografico oltre il Po.

Chiesa della Visitazione - Mirafiori

La chiesa della Visitazione di Maria Vergine e di San Barnaba è una costruzione seicentesca del quartiere Mirafiori Sud di Torino. La fondazione della chiesa e dell'annesso convento avvenne nel 1617, per iniziativa del duca Vittorio Amedeo I di Savoia. La chiesa nacque come esempio di stile barocco rustico; la facciata è in ammattonato senza arricciatura. La pianta è a croce greca, composta da una navata centrale e da due cappelle laterali, quella sulla destra dell'ingresso dedicata a san Bernardo (non chiaro), mentre quella a sinistra a san Barnaba. Presso l'altare di quest'ultima venne sepolta la contessa di Mirafiori, Rosa Vercellana detta la Bela Rosin, sposa morganatica di Vittorio Emanuele II, il cui blasone venne dipinto sul soffitto. La chiesa venne eretta a parrocchia nel 1724. Una scossa sismica durante il terremoto del 5 gennaio 1980 fece crollare il campanile della parrocchia, danneggiando inoltre seriamente parte del convento. Ad oggi è ancora sede di funzioni religiose, anche se sul retro è stata costruita una chiesa parrocchiale più moderna sempre dedicata a San Barnaba.

Real Chiesa di San Lorenzo

Il 10 agosto 1557, il duca Emanuele Filiberto sconfisse a San Quintino l'esercito francese, permettendo l'egemonia spagnola sull'Europa, grazie alla successiva Pace di Cateau Cambrésis (1559), e il proprio ritorno in quel Ducato di Savoia, che di lì a poco avrebbe iniziato a cambiare profondamente. Era il giorno di San Lorenzo e sia Felipe II di Spagna che Emanuele Filiberto promisero la costruzione di un luogo di culto a lui dedicato. Felipe costruì il Monastero di San Lorenzo dell'Escorial, a poche decine di chilometri da Madrid, dove poi si ritirò negli ultimi anni della propria vita. Emanuele Filiberto, impegnato nella costruzione della Cittadella e nella riedificazione dello Stato, non aveva le risorse sufficienti per una nuova chiesa e dedicò al Santo l'esistente chiesa di Santa Maria ad Presepae. Fu qui che, tra l'altro, Emanuele Filiberto fece portare la Sacra Sindone, affinché fosse venerata da San Carlo Borromeo, per un ex voto fatto durante la peste di Milano. Nota anche come Real chiesa di San Lorenzo, perché voluta dai Savoia, è ubicata sul lato nord-ovest della centralissima piazza Castello, tra Via Palazzo di Città ed il Palazzo Chiablese, attigua alla Piazzetta del Palazzo Reale. L'attuale struttura barocca fu opera di Guarino Guarini, eseguita tra il 1668 e il 1687.

Basilica di Superga

Sul colle, già dal 1461, ben prima che la Basilica fosse edificata, si trovava una chiesetta, parrocchia per i fedeli del posto. A quei tempi il colle era “un monte acuto, e sul finire di esso una chiesa con tre altari situata nel luogo stesso ove ora si trova la chiesa della Regia Congregazione di Superga, ma in un sito più in alto”, dedicata alla Madonna delle Grazie (la cui statua lignea è conservata nella Cappella del Voto), ma anche a S. Antonio e S. Grato. La Basilica venne fondata dal duca Vittorio Amedeo II di Savoia dopo l’assedio e la battaglia di Torino del 1706. Prima dello scontro decisivo Vittorio Amedeo II e il cugino Eugenio di Savoia - Soissons, salirono sul colle di Superga per vedere dall’alto lo schieramento delle truppe nemiche e scegliere la migliore strategia per liberare Torino dall’assedio. Proprio sul colle il duca fece voto alla Vergine Maria, promettendo che, in caso di vittoria, avrebbe fatto costruire un santuario a lei dedicato. Filippo Juvarra non si limita a progettare la Basilica, ma lascia istruzioni molto dettagliate anche sui materiali da utilizzare e sulle decorazioni interne. I mattoni dovevano avere dimensioni precise, ed erano cotti sul colle. Il ferro da utilizzare era quello di Augusta di Ceres ed istruzioni molto dettagliate vengono date dall’architetto messinese riguardo ai marmi da utilizzare: verde di Susa, nero di Como, giallo di Verona, bianco di Brosasco e di Carrara, persichino di Saravezza. La Basilica, offre un panorama definito da Jean Jacques Rousseau “Io ho dinanzi il più bello spettacolo che possa colpire l’occhio umano”. De Amicis scriveva” Il panorama del colle di Superga è più grande e più bello della sua fama”. Pur mantenendo chiara la sua vocazione religiosa, è una meta turistica imperdibile: migliaia di visitatori l’anno la scelgono per i motivi più diversi: pellegrini, appassionati di arte e storia, amanti dello sport o delle bellezze naturalistiche e paesaggistiche. La Basilica e le meravigliose colline circostanti hanno così tanto da offrire che è impossibile restare delusi!