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Reggia di Venaria Reale

La Venaria Reale, con le altre Residenze Sabaude del Piemonte, è stata dichiarata nel 1997 Patrimonio mondiale dell’Umanità. Venne costruita a metà del Seicento per il gusto del bello, per celebrare la caccia e il piacere. Capriccio e sfarzo dei principi, in cent’anni divenne magnifica. Dopo decenni di abbandono e degrado, il più grandioso progetto di conservazione di un bene culturale in Europa, l’ha restaurata e reinventata. Oggi la Reggia è tutta da ammirare: ricca di affreschi, stucchi e dettagli straordinari. L’armonia è negli spazi e nelle prospettive all’infinito che trovano il loro fulcro nel grandioso salone di rappresentanza realizzato da Castellamonte tra il 1660 e il 1663 e completamente riplasmato da Filippo Juvarra che ne fece uno dei suoi capolavori architettonici. Sempre di Juvarra sono la Citroniera, la grande scuderia e la Cappella di Sant’Uberto.

Chiesa dello Spirito Santo

Sull'area dove si trovano oggi la chiesa del Corpus Domini e dello Spirito Santo esisteva nel Cinquecento una chiesetta a pianta rettangolare e ad abside trilobata dedicata a S. Silvestro. Accanto si trovava un'edicola dedicata al Santissimo Sacramento su disegno del Sanmicheli del 1528, con moltissime pitture rievocanti il miracolo della lievitazione dell'ostia (una lapide attualmente lo ricorda all'interno della chiesa del Corpus Domini). La chiesa è sede dell'Arciconfraternita dello Spirito Santo. Nella prima decade del Seicento ci fu un ampliamento dell'oratorio su progetto di Ascanio Vitozzi, ma nel 1653 venne semidistrutto da un incendio. Sulle sue vestigia venne eretta nel 1662 la chiesa dello Spirito Santo, su progetto dell'architetto Bernardino Quadri, come edificio separato dalla basilica del Corpus Domini. Fu in questa chiesa che il 21 aprile 1728 avvenne la conversione al cattolicesimo da parte di Jean-Jacques Rousseau.

Villa della Regina

Il complesso collinare di vigna e giardini fu realizzato ad inizio Seicento per il principe cardinale Maurizio di Savoia sul modello delle ville romane. A fine Seicento divenne la dimora preferita di Anna d’Orleans, moglie di Vittorio Amedeo II, da cui il nome di Villa della Regina. Con la guida di Filippo Juvarra, e poi di Giovanni Pietro Baroni di Tavigliano, si ridefiniscono spazi e rapporti con il giardino, l’arredo e le decorazioni seicentesche con il coinvolgimento dei grandi artisti all’opera nei cantieri regi della capitale del regno. L’unitarietà, mantenuta fin dal progetto iniziale, di vigna, poi villa con i padiglioni aulici, le grotte, i giochi d’acqua nei giardini e nel parco e le zone di servizio ed agricole, fu conservata anche con la perdita di funzione e il passaggio nel 1868 all’Istituto per le Figlie dei Militari (ente soppresso nel 1975). La mancata manutenzione del delicato equilibrio fra costruito e giardini, seguita da graduale abbandono, parziali smembramenti, danni di guerra ed interventi impropri, hanno nel Novecento compromesso lo straordinario complesso con un degrado prossimo al collasso. Dal momento della consegna all’allora Soprintendenza per i Beni Artistici e Storici del Piemonte nel 1994 i restauri realizzati con fondi statali, di enti e privati, hanno ristabilito la situazione conservativa e la stretta connessione del Compendio di Villa della Regina con la Città, di cui, dall’inizio del Seicento, costituisce il fondale scenografico oltre il Po. 

Palazzo Reale

Il Palazzo Reale di Torino è la prima e più importante tra le residenze sabaude in Piemonte, teatro della politica del regno sabaudo per almeno tre secoli. È collocato nel cuore della città, nella Piazzetta Reale adiacente alla centralissima Piazza Castello, da cui si dipartono le principali arterie del centro storico: via Po, via Roma, via Garibaldi e via Pietro Micca. Rappresenta il cuore della corte sabauda, simbolo del potere della dinastia e, congiuntamente alle altre dimore reali della cintura torinese, come la reggia di Venaria Reale, la Palazzina di caccia di Stupinigi o il castello del Valentino, è parte integrante dei beni dichiarati dall'UNESCO quali Patrimonio dell'Umanità. Nel 2016 confluisce nei Musei Reali insieme alla Galleria Sabauda, Armeria Reale, Biblioteca Reale, Palazzo Chiablese e Museo di antichità.